mercoledì 11 marzo 2015

Mr. Effe

Il tempo passò molto velocemente, dopo il meeting ebbi due appuntamenti di lavoro che portarono via tutta la mattinata, improvvisamente guardai l' orologio e mi accorsi che erano già le 13:00.
Mi fiondai subito in strada alla ricerca di un taxi, non volevo fare tardi al appuntamento anche se ero già palesemente in ritardo.


Nel taxi cercai di sistemarmi un pochino, sciolsi i capelli anche se l’effetto non era quello sperato, non so perché ma ogni volta che speravo che i miei capelli potessero stare bene,era sempre l’opposto di quello che doveva essere, misi un velo di rossetto e un velo di cipria, non mi sentivo bella, ne tanto meno attraete, la scelta della gonna non mi sembrava essere stata giusta, non volevo che Mr. Effe si soffermasse a vedere le mie gambe, quelle che io reputavo essere la parte peggiore di me.
Ero trepidante, guardavo fuori dal finestrino lo scorrere della città, tutti a quell’ora erano in strada, tutti alla ricerca di cibo, come in una giungla, gli animali erano stati liberati dalle loro gabbie di vetro alla ricerca di cibo, era davvero una bella giornata il sole era accecante ,chiusi gli occhi, rivolsi lo sguardo verso il vetro lasciando che il sole accarezzasse dolcemente con il suo tepore il mio viso.
Lasciai che la mia ansia venisse coccolata dalla sensazione del calore sulla pelle ,lasciai andare i miei mille pensieri, le mille frustrazioni sul mio corpo, lasciai solo che un filo di vento mi accarezzasse il viso.
Quando arrivammo non mi accorsi che avevamo accostato, venni richiamata dai miei pensieri, dalla voce del tassista che mi diceva il prezzo della corsa.
Quando scesi, non ero pronta ad affrontarlo, aspettati un attimo prima di aprire la porta del ristorante, mi guardai attorno… quel posto era fatto per me, lo adoravo, si trovava sulle sponde della riva del fiume, a ridosso del fiume si poteva apprezzare il meraviglioso skyline, dove accanto agli edifici moderni, nati per attestare la potenza delle banche, industriali e broker assicurativi, c’erano i miei preferiti, quelli antichi, attraversati da secoli di storia ed ancora lì imponenti a ricordare la loro potenza, la loro maestanza.
Quando entrai, mi diressi verso la manager del ristorante accertandomi che Mr. Effe fosse già lì, quando dissi il nome del mio “accompagnatore” lei arrossì e fece segno di seguirmi.
Mr.Effe non si accorse della mia presenza ed in questo modo per la prima volta potei guardarlo senza che lui mi stesse scrutando, era ancora più bello, la sua bellezza era apprezzata da tutte le presenti in sala che spettegolavano un su di lui indicandolo di tanto in tanto e dando lunghe occhiate all’uomo più fascionoso del locale.
Lui era assorto nel controllare le sue e-mail dal suo tablet, il sole gli attraversava i capelli realizzando attorno a lui un aurea ancora più luminosa di quella che lui già dava alla stanza, i suoi capelli erano più spettinati rispetto alla mattina, il bagliore del sole li rendeva  più chiari, la sua barba gli donava quell’aria da ribelle, da selvaggio, aveva tolto la giacca, aveva una camicia bianca che gli contornava il suo perfetto torace, aveva arrotolato le maniche e l’aveva sbottonata quanto bastava per intravedere i peletti del suo torace.
Ai polsi aveva i suoi bracciali di cuoio ed il suo orologio, e con le sue belle ed affusolate mani scorreva lo schermo del monitor del tablet in maniera dolce ed indaffarata.
Si accorse di me, solo nel momento in cui mi avvicinai in maniera tale da fargli ombra sullo schermo del tablet, ci mise un minuto nell’ alzare la testa, contemplava la mia ombra, assicurandosi di alzare lo sguardo solo per me.



lunedì 16 febbraio 2015

Fiumi di Parole

Forse non avrei dovuto, ma in quel momento sentivo che quella era la cosa giusta da fare.

Se tutto il nostro mondo fosse un bivio? E se avessimo sempre preso la scelta sbagliata? 
Sono sempre stata ossessionata dal film Sliding Doors,mi piaceva l'idea che la vita potesse essere così imprevedibile,che potesse cambiare per una porta chiusa al momento giusto.
Ma se io fossi sempre riuscita ad entrare in quella porta e percorrere una vita, che non doveva essere vissuta in quel modo?
Riflettevo nel tepore del mio letto, accoccolata nel mio piumone ,sorseggiando una tazza di camomilla e illuminata solo dallo schermo del monitor del mio portatile, forse avevo sempre sbagliato, forse avevo sempre preso la strada che avesse fatto piacere agli altri e non a me, forse avevo bisogno di qualcosa di nuovo, di qualcosa che mai nella mia vita da persona riflessiva, avrei fatto, diventare Impulsiva.

Mi capitò quel venerdì,finalmente libera dalle mie costrizioni ,volevo che ci fosse un cambiamento nella mia vita, e quando lo rincontrai non ebbi alcun dubbio, me lo ero lasciata sfuggire, era fidanzato, aveva un altra vita di cui io non facevo parte, ma in quel momento doveva essere mio.

Forse per lui ero solo stata una piccola parentesi dimenticata della sua vita, mentre per me quei giorni in sua compagnia erano stati i migliori della mia vita.

E fu così, che quando lo rincontrai...riemersero tutte quelle emozioni, che nel tempo ero riuscita a domare, emersero tutte quelle sensazioni che il mio corpo provava alla sua vicinanza, riemersero tante nuove palpitazioni dettate dal battito del mio cuore......

forse non avrei dovuto, ma lo feci!





giovedì 11 dicembre 2014

second piece of

Claudia era il mio opposto, lei era alta, mora con un fare del tutto esuberante,  affascinava gli uomini ma allo stesso tempo li spaventava,forse loro avevano paura di una donna tanto potente ma allo stesso tempo anche tanto fragile.
Io e Claudia eravamo amiche dalle scuole elementari e forse per questo motivo conoscevamo benissimo ogni espressione del  nostro viso,ogni singolo gesto del nostro corpo…io e Claudia ci conoscevamo benissimo.
Quella sera si presentò al mio portone,come al solito sempre in ritardo, non so se lo faceva apposta ,ma lei nonostante fosse sempre in ritardo, non era mai del tutto pronta, aveva sempre l’abitudine di finire il trucco in macchina, ed io come al solito dovevo aspettarla.

Claudia era una mia amica, perché era l altra metà della mia mela..aveva tutti gli aspetti che a me mancavano, non era timida come me, era menefreghista, egoista nel senso buono del termine e aveva una sessualità aperta. Sono sempre stata dell’idea che per essere realmente amiche due ragazze devono essere l’opposta l una dell’ altra, devono completarsi a vicenda, e noi lo facevamo.
Lei non era proprio come me, adorava i BAD guys quelli che fumano, quelli che ti trattano male, quelli che “preferisco una canna con gli amici” piuttosto che stare con te.
Nonostante le nostre diversità, ci completavamo.

domenica 26 ottobre 2014

A piece of....

Io… la SOLITA ,la solita diversa,la solita controversa, la solita controvento. Ero sempre l’opposto di quello che dovevo essere, di quello che credevo di dover essere…durante i miei fidanzamenti ero diversa,mi sentivo tanto forte, mi sentivo la padrona dell’universo…del mio universo, forse perché nonostante LUI mi avesse affascinata,mi avesse conquistata, in realtà mi aveva solo offuscata. Io intraprendente e indipendente da quelle che sono le relazioni che regolano la mia generazione, “la generazione delle mantenute” mi sono lasciata offuscare da cio’ che pensavo mi servisse in quel momento, di un uomo che nonostante non mi piacesse, che fosse l’opposto di quella che ero io, si rese come l unica persona di cui avessi avuto bisogno in quel preciso istante della mia vita. Ma da quando IO avevo bisogno di un uomo che mi pagasse le cene, che mi portasse fuori nei weekend, che spendesse i suoi soldi per pagare vini pregiati e mangiare un trendy sushi? Io, che mi sono sempre resa superiore a determinate cose, io che la borsa l avevo comprata con i miei soldi, io che sono cresciuta con i valori di Indipendent Woman, mi sono lasciata abbindolare, mi sono lasciata schematizzare da quelle che erano le regole dettate dalla mia società in cui le ragazze più ricche sono, più si fanno pagare anche un pacchetto di sigarette o un caffè al bar, schematizzata nelle donne con borsa CHANEL e maglia di ZARA…perché la borsa si vede,la maglia non ha importanza.